Servizi igienici deodorati o naturali?

4 GEN 2019 - Nella società attuale sono ormai caduti diversi argomenti tabù come quello che riguarda i servizi igienici privati e pubblici. Infatti, molti nomi e soprannomi sono stati usati per denominare questi strumenti di igiene quotidiana indispensabili.

Dobbiamo affrontare la crisi globale dei servizi igienico-sanitari sotto diversi punti di vista.

 

Nonostante il progresso e la civilizzazione, ancora oggi un miliardo di persone non possono accedere ai servizi igienici e devono utilizzare aree all'aperto. Altri tre miliardi li hanno, ma i rifiuti non vengono trattati e smaltiti correttamente contaminando l'acqua e il suolo e quindi le derrate alimentari, con gravi ripercussioni sulla salute umana.

 

Per questo dal 2001 negli Stati Uniti viene celebrata il 19 novembre la World Toilet Day (la giornata mondiale della toilette) che dovrebbe portare entro il 2030 a garantire "servizi igienici e sanitari e acqua" per tutti.

 

Dall'altra parte abbiamo una società industrializzata e tecnologizzata che sancisce con determinati requisiti tecnici gli aspetti igienico-sanitari e di sicurezza attraverso normative (1) specifiche per le caratteristiche di questi ambienti che comprendono anche la tutela dell'handicap per garantire "un bagno sicuro" (2), invece "paradossalmente" si trasformano in servizi in cui è vietato l'accesso agli individui che sono disabilitati a causa della esposizione ai prodotti profumati, sostanze che si trasformano in vere e proprie barriere chimiche.

 

Nelle città italiane abbiamo anche una carenza di servizi igienici pubblici, per cui il compito viene demandato agli esercizi commerciali che svolgono un'attività di somministrazione di alimenti e bevande che prevedono una sosta, con l'uso e spesso l'abuso di espedienti profumati indotti dalle pubblicità sui mass media.

Sempre nelle zone urbane si pensava di aver risolto da tempo i problemi della contaminazione del suolo e dell'acqua con servizi efficienti, ma con l'aumento demografico di animali domestici riscontriamo la medesima contaminazione degli spazi pubblici con deiezioni animali abbandonate ovunque.

 

Da qualsiasi piano si affronti la questione dei bagni pubblici e privati sia nel mondo civilizzato sia in quello sottosviluppato, il problema principale con cui fare i conti sono i cattivi odori.

 

Alcuni anni fa una fondazione umanitaria ha organizzato persino un "summit sulla puzza" (3) per favorire delle soluzioni a questo problema nei servizi del terzo mondo.

Infatti, quando i ricercatori hanno analizzato i cattivi odori provenienti dai servizi igienici, hanno scoperto che si tratta di oltre 200 composti chimici complessi che riflettono sia lo stato di salute e la dieta degli utenti. Sono state isolate come principale fonte di odore 4 sostanze chimiche: indolo, p-cresolo, dimetil trisolfuro e acido buttirico (3).

 

Oggi disponiamo di molti strumenti tecnologici e di indagini attraverso sondaggi sulla popolazione, studi e ricerche sull'argomento.

 

Per esempio 9 italiani su 10 sono sensibili ai cattivi odori che si trovano all'interno di questi servizi e 1 su 3 evita di usare il bagno per questa ragione. L'odore sgradevole è associato a carenza di pulizia (85%), scarsa igiene (82%) e ai batteri (69%) che inducono timori di contrarre malattie, secondo l'INITIAL (4), azienda leader mondiale in servizi per l'igiene con una ricerca condotta in cinque Paesi: Regno Unito, Francia, Italia, Austria e Malesia. Al contrario, l'assenza di odori o un odore gradevole diventano indici di pulizia per il 76% degli intervistati nei vari paesi. Purtroppo un bagno maleodorante porta a pratiche non igieniche negli utenti che cercano di uscire il più rapidamente possibile (88%) evitando di lavarsi le mani, usare il sapone e asciugarsi.

L'azienda scrive nel suo report, che "circa un terzo degli intervistati (29%) preferisce aria pulita senza odori nei servizi, mentre la maggioranza (59%) gradisce un trattamento dell'aria con una lieve profumazione. Al contrario gli odori forti, come una eccessiva profumazione, causano sensazione di nausea o malessere in circa metà degli intervistati (47%). Un dato che risente della preoccupazione degli italiani per la salute: quasi la metà (49%) di loro esprime preoccupazione rispetto all'uso di deodoranti per ambienti, contro una media del 35% "degli altri paesi. "Il 47% sempre degli italiani crede che i deodoranti per ambienti nascondano odori sgradevoli" (4).

 

Anche se le persone si sentono rassicurate quando entrano in un "bagno profumato" dalla possibilità di venire a contatto con agenti infettivi come batteri e virus che popolano nella sporcizia, è necessario fare alcune riflessioni. Il profumo potrebbe mascherare degli odori sgradevoli e anche una mancanza d'igiene, similmente è come buttare la polvere sotto il tappeto e pensare che sia salutare. A causa dei messaggi pubblicitari, nella mente degli utenti si è già creato questo forte legame che "profumato sia sinonimo di pulito". Ma negli ultimi anni c'è stato un incremento di ricerche e studi sulla tossicità dei profumi e delle fragranze aggiunte ai prodotti di uso comune, parallelamente allo sviluppo intensivo e commerciale di questi articoli. Gli effetti negativi di questi prodotti si riflettono sulla qualità dell'aria al chiuso e all'aperto inquinandola (5). Indagini sulla popolazione Americana, Australiana, Svedese e del Regno Unito confermano che una persona su tre manifesta delle problematiche di salute quando esposta a questi aromi artificiali, ma anche naturali come quelli degli oli essenziali, come problemi respiratori e attacchi d'asma, sintomi delle mucose, mal di testa, manifestazioni della pelle, problemi neurologici, disturbi cognitivi, problemi gastrointestinali, problemi cardiovascolari, disfunzioni del sistema immunitario, disturbi muscolo-scheletrici e altri (6,7,8,9).

 

Ci sono poi categorie di persone più vulnerabili che sono state investigate nello specifico come gli allergici alle profumazioni, gli asmatici (10,11), quelli con sensibilità chimiche (13) e affetti da disturbi dello spettro autistico (12).

L'83,7 % degli autistici adulti (negli Stati Uniti, Australia e Regno Unito) hanno effetti avversi con l'esposizione alle profumazioni, con il 74% degli effetti considerati potenzialmente invalidanti in base alla legislazione di ciascun paese.

Il 64,3% degli asmatici negli Stati Uniti riporta uno o più tipi di effetti negativi sulla salute per i prodotti profumati; nello specifico il 36,7% non può utilizzare un bagno pubblico se è presente un profumatore per ambienti o un deodorante. Più del doppio degli asmatici preferirebbe che i luoghi di lavoro, le strutture sanitarie e gli operatori sanitari, gli hotel e gli aerei fossero senza profumo e non profumati. In Australia il 55,6% degli asmatici riporta effetti avversi sulla salute se esposto a sostanze profumate; oltre il 20% degli asmatici non è in grado di accedere a luoghi pubblici e servizi igienici che utilizzano deodoranti per ambienti. La maggior parte degli asmatici sia Americani sia Australiani preferirebbe luoghi di lavoro, strutture sanitarie e ambienti privi di profumo, che potrebbero aiutare a ridurre gli effetti avversi.

Negli Stati Uniti l'86,2% delle persone che riportano sensibilità chimiche ha problemi di salute derivanti da prodotti di consumo profumati compresi quelli impiegati nei bagni, mentre in Australia il 91,5% (13,14).

 

Questa molteplicità di persone obbligate a vivere ai margini della società odierna con spesso l'accesso negato a causa delle fragranze ubiquitarie, deve lottare anche attraverso battaglie legali, per poter accedere a servizi igienici privi di dispositivi profumati, con cartelli come l'immagine che accompagna l'articolo!

Per esempio, tra la popolazione generale americana, il 17,5% non è in grado o è riluttante a utilizzare i servizi igienici pubblici, a causa della presenza di un profumatore dell'aria, di un deodorante o di un prodotto profumato, similarmente alle altre indagini di popoli in precedenza elencate (6,7,8,9). Cerchiamo di proporre delle soluzioni semplici ed efficaci, invece che continuare ad investire energie e denaro per creare rimedi profumati, anche se innovativi come quelli "molecolari" (3) per risolvere i problemi dei cattivi odori nei bagni pubblici del terzo mondo, come ha fatto negli ultimi anni, una azienda specializzata in creazione di profumi e aromi, sviluppando delle fragranze che non si limitano a coprire gli odori, ma vanno a bloccare e inibire direttamente la funzione di alcuni recettori nel naso, rendendoci incapaci di registrare i cattivi odori nel cervello... ma senza poi sapere quali saranno gli impatti futuri sulla salute.

 

Si dovrebbero prendere delle decisioni alternative basate sul principio precauzionale, dopo aver recepito che le profumazioni creano effetti negativi sulla salute umana e in quella degli animali domestici, come:

 

1) educare l'utenza a un corretto uso dei servizi;

2) tenere conto di pulizie e igienizzazioni più frequenti con la rimozione dei rifiuti e lo svuotamento periodico delle vasche biologiche;

3) aumentare la ventilazione forzata e installare dei depuratori d'aria.

 

Riferimenti:

1) In Italia per i servizi igienici valgono le norme contenute ai punti 4.1.6 e 8.1.6 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236.

2) In particolare gli adeguamenti del bagno per diversamente abili (D.L. 236/89 del 14 giugno 1989).

3) Fondazione Bill & Melinda Gates: (16 Novembre 2016). A perfume that smells like poop? [Web log post] gatesnotes: The blog of Bill Gates. Retrieved from https://www.gatesnotes.com/development/smells-of-success

4) INITIAL - Cattivi odori nei bagni - L’impatto per il tuo Business; https://www.initial.it/assets/content/files/initial-report-cattivi-odori-nei-bagni.pdf

5) Prof. ssa Anne Steinemann un’esperta mondiale d’inquinanti ambientali, della qualità dell'aria e degli effetti sulla salute https://www.drsteinemann.com

Air Fresheners and Indoor Air Quality

Steinemann A 2017. Ten Questions Concerning Air Fresheners and Indoor Built Environments. Building and Environment 111:279-284.

6) Fragranced Products and Health Effects in the American Population

Steinemann A 2016. Fragranced Consumer Products: Exposures and Effects from Emissions. Air Quality, Atmosphere and Health 9(8):861-866.

7) Fragranced Products and Health Effects in the Australian Population

Steinemann A 2017. Health and Societal Effects from Fragranced Consumer Products.

Preventive Medicine Reports 5:45-47.

8) Fragranced Products and Health Effects in the Swedish Population

Steinemann A 2018. Fragranced Consumer Products:

Exposures and Effects from Fragranced Consumer Products in Sweden

Air Quality, Atmosphere and Health 11(5):485–491.

9) Fragranced Products and Health Effects in the UK Population

Steinemann A 2018. Fragranced Consumer Products: Sources of Emissions, Exposures, and Health Effects in the United Kingdom; Air Quality, Atmosphere and Health 11(3):253-258.

10) Fragranced Products and Health Effects on Asthmatics in the US

Steinemann A. 2018. Fragranced Consumer Products: Effects on Asthmatics

Air Quality, Atmosphere and Health 11(1):3-9.

11) Fragranced Products and Health Effects on Asthmatics in Australia

Steinemann A et al. 2018. Fragranced Consumer Products: Effects on Asthmatic Australians; Air Quality, Atmosphere and Health 11(4):365-371.

12) Fragranced consumer products: effects on autistic adults in the United States, Australia, and United Kingdom; Steinemann A. 2018. Air Qual Atmos Health. 2018; 11(10): 1137–1142.

13) Prevalence of Multiple Chemical Sensitivities in the US

Steinemann A 2018. National Prevalence and Effects of Multiple Chemical Sensitivities

Journal of Occupational and Environmental Medicine 60(3):e152-e156.

14) Prevalence of Multiple Chemical Sensitivities in Australia

Steinemann A 2018. Prevalence and Effects of Multiple Chemical Sensitivities in Australia

Preventive Medicine Reports 10:191-194