Le ricerche confermano che il bucato profumato inquina anche l'aria

5 MAG 2019 - Mentre tutto il mondo si mobilita in favore della nostra madre terra attraverso movimenti giovanili capitanati dall'attivista svedese Greta Thunberg, noi ci dimentichiamo che anche il bucato profumato inquina l'aria.

 

Purtroppo per i detersivi non valgono le stesse regolamentazioni dei cosmetici, per cui le industrie non sono obbligate a riportare per intero tutti gli ingredienti della formulazione sulla etichetta. In alternativa queste informazioni, si possono recuperare attraverso un indirizzo web indicato sulla confezione, ma non sempre è così.

 

La maggior parte degli articoli per il bucato sono di derivazione petrolchimica, contengono molti ingredienti che sono spesso degli inquinanti ambientali. Purtroppo la pubblicità invoglia i consumatori all'acquisto con una terminologia che fa presupporre che si tratti di sostanze naturali come sapone di Marsiglia, aceto, bicarbonato, e profumo di Lavanda, Gelsomino, ecc.. Questi elementi in realtà sono presenti in quantità minime e viene utilizzata la parola "fragranze", per nascondere sostanze sintetiche con aggiunta di coloranti artificiali e prodotti di origine "naturale" ma trattati chimicamente.

Perciò anche quando si scelgono prodotti green/verdi, non è detto che lo siano integralmente, come è risultato dai test promossi da organizzazioni per la tutela dei consumatori, solo pochi articoli corrispondevano al messaggio commerciale. 

Per fare chiarezza su questi aspetti, una buona fonte d’informazioni proviene dall'associazione ambientalista e di consumatori americana - Environmental working group (EWG) - che ha pubblicato una guida in cui sono citati più di 2000 prodotti (alcuni reperibili anche in Italia) e i loro possibili effetti tossici. È documentato anche uno studio in cui hanno analizzato i prodotti più rinomati per la pulizia della casa, il 53% dei campioni conteneva ingredienti tossici e cancerogeni, come la formaldeide (1).

 

Se analizziamo le statistiche USA del 2010 citate dal Dr. Joseph Mercola (2):

- una famiglia media lava all'incirca 36 kg di indumenti ogni settimana;

- solo negli Stati Uniti vengono lavati ogni anno 35 miliardi di carichi di biancheria in lavatrice;

- la quantità media di detersivo utilizzato per carico è di ½ misurino ... il che significa 17,5 miliardi di dosatori tra detergenti e ammorbidenti che sono utilizzati ogni anno solo negli Stati Uniti.

 

Possiamo comprendere come queste sostanze che permangono nell'acqua del lavaggio, dopo lo scarico, finiscano nei fiumi e nei mari e diventino dannose per l'ambiente. Infatti sono poco biodegradabili e si accumulano in natura e nelle acque con effetti tossici a breve e lungo termine. Già nel 2010 la Commissione Europea (3) proponeva di limitare i fosfati e altri composti del fluoro entro il 2013 nei detergenti per bucato per contrastare l'eutrofizzazione delle acque, che trasformavano i bacini d'acqua in "maree rosse o verdi".

 

Ma questo è solo la cima dell'iceberg per quanto riguarda la contaminazione delle acque e le ripercussioni sull'ambiente e sulla salute umana.

 

Nelle ultimi anni i ricercatori stanno investigando gli effetti sull'aria sia interna agli edifici sia esterna per l'esposizione a queste sostanze ubiquitarie emesse dai prodotti di largo consumo. In particolare il focus si è incentrato sulle profumazioni aggiunte agli articoli per il bucato perché hanno riscontrato che emettono una serie di composti organici volatili, compresi inquinanti atmosferici pericolosi.

Queste fragranze sono per natura volatili e le industrie profumiere stanno cercando di renderle sempre forti, iperprofumate e persistenti nel tempo. Cercano così di far fronte ad una sempre più numerosa popolazione di anziani afflitta da un declino fisiologico dell'olfatto, ma anche a seguito di patologie emergenti neurologiche come per esempio l'Alzheimer, che alterano le percezioni sensoriali in particolare l'olfatto, e ai danni dovuti all'inquinamento ambientale che affaticano le percezioni di questo primordiale organo di senso.

 

Un precedente studio pionieristico (4) del 2013 era stato eseguito nell'area di Seattle, Stati Uniti d'America, presso delle residenze domestiche prelevando dei campioni dagli sfiati di scarico delle lavatrici e asciugatrici durante l'uso di prodotti per il bucato profumati. Le analisi dei gas catturati avevano rivelato la presenza di oltre 25 composti organici volatili, tra cui sette classificati come inquinati dell'aria pericolosi, e due come cancerogeni (acetaldeide e benzene) secondo la classificazione dell'EPA - Environmental Protection Agency. In particolare le emissioni di acetaldeide della marca di un detergente molto venduto negli Stati Uniti corrispondevano al 3% del totale delle emissioni di acetaldeide da scarichi automobilistici.

 

Uno studio più recente (5) invece si è concentrato in particolare sull'emissione del solvente organico volatile D-limonene durante l'utilizzo di detergenti profumati e senza profumo per il bucato.

 

Sulla base delle ricerche precedenti:

  • I VOC (solventi organici volatili) sono una categoria d’inquinati che si accumulano in modo maggiore dentro agli edifici (6,7,8).
  • Le fonti principali sono emesse da prodotti profumati come i deodoranti per ambienti, i prodotti di pulizie e le scorte per il bucato (4,9).
  • Le emissioni chimiche volatili di questi articoli migrano anche all'esterno quando apriamo le finestre delle abitazioni o scarichiamo le esalazioni provenienti dalle lavatrici e asciugatrici all'esterno o stendiamo il bucato (4,10,11).
  • I prodotti per il bucato emettono: acetaldeide, acetone, etanolo, a-pinene, linalolo e D-limonene (4).
  • L'esposizione al D-limonene crea problemi di salute come l'irritazione della pelle e degli occhi (12) e difficoltà respiratorie con tosse (13).
  • I terpeni del D-limonene reagiscono con l'ozono a formare inquinati dell'aria pericolosi come la formaldeide, acetaldeide e il particolato (14).
  • Recenti ricerche sulla popolazione (Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Svezia) sugli effetti avversi dell'esposizione alle fragranze hanno associato disturbi per la salute come gli attacchi d'asma e in mal di testa con i prodotti profumati del bucato (15,16,17,18,19,20). (Per vedere altri approfondimenti consultare il sito: https://www.drsteinemann.com
  • Nelle analisi chimiche dei prodotti profumati del bucato hanno sottolineato che il D-Limonene (9) era l'ingrediente prevalente, mentre non è presente nei prodotti per il bucato senza profumazioni.

Lo studio ha avuto luogo presso le residenze domestiche a Melbourne in Australia. I campioni per le analisi sono stati prelevati nelle stanze dedicate alla lavanderia e negli scarichi delle asciugatrici dopo l'utilizzo di detergenti e ammorbidenti profumati e successivamente privi di fragranze per un mese.

Questo studio ha dimostrato che sostituire i prodotti con profumazione con quelli privi di profumi, ha permesso di eliminare anche solo dopo un mese le concentrazioni di D-limonene dallo sfiato degli apparecchi domestici, e quindi anche la riduzione di inquinanti secondari come formaldeide, acetaldeide e particolato.

 

È consigliabile quindi scegliere in alternativa, prodotti senza profumazione per ridurre l'inquinamento interno agli edifici e anche quello esterno ed evitare così problematiche di salute.

 

Riferimenti:

1) http://www.ewg.org/guides/cleaners

2) https://products.mercola.com/laundry-detergent/

3) http://europa.eu/rapid/press-release_IP-10-1465_it.htm

4) Steinemann AC, Gallagher LG, Davis AL, MacGregor IC (2013)

Chemical emissions from residential dryer vents during use of fragranced laundry products. Air Qual Atmos Health 6(1):151–156. https://doi.org/10.1007/s11869-011-0156-1

5) Nigel B. Goodman, Amanda J. Wheeler, Phillip J. Paevere, Giovanni Agosti, Neda Nematollahi, Anne Steinemann

Emissions from dryer vents during use of fragranced and fragrance-free laundry products

Nigel B. Goodman1 & Amanda J. Wheeler1,2,3 & Phillip J. Paevere4 & Giovanni Agosti5 & Neda Nematollahi1,6 & Anne Steinemann1,7,8 - Air Quality, Atmosphere & Health - 2018 - https://doi.org/10.1007/s11869-018-0643-8

6) Bari MA, Kindzierski WB,Wheeler AJ, HérouxMÈ,Wallace LA (2015)

Source apportionment of indoor and outdoor volatile organic compounds at homes in Edmonton, Canada. Build Environ 90:114–124. https://doi.org/10.1016/j.buildenv.2015.03.023

7) Cheng M, Galbally IE, Molloy SB, Selleck PW, Keywood MD, Lawson SJ, Powell JC, Gillett RW, Dunne E (2016) Factors controlling volatile organic compounds in dwellings in Melbourne, Australia.

Indoor Air 26(2):219–230. https://doi.org/10.1111/ina.12201

8) Goodman NB, Steinemann A,Wheeler AJ, Paevere PJ, Cheng M, Brown SK (2017) Volatile organic compounds within indoor environments in Australia. Build Environ 122:116–125. https://doi.org/10.1016/j.buildenv.2017.05.033

9) Steinemann A (2015) Volatile emissions from common consumer products. Air Qual Atmos Health 8(3):273–281. https://doi.org/10.1007/s11869-015-0327-6

10) McDonald BC, de Gouw JA, Gilman JB, Jathar SH, Akherati A, Cappa CD, Jimenez JL, Lee-Taylor J, Hayes PL, McKeen SA, Cui YY (2018) Volatile chemical products emerging as largest petrochemical source of urban organic emissions. Science 359(6377):760–764.

https://doi.org/10.1126/science.aaq0524

11) Lewis AC (2018) The changing face of urban air pollution. Science 359(6377):744–745. https://doi.org/10.1126/science.aar4925

12) NIH (2018) National Institutes of Health. US National Library of Medicine TOXNET https://toxnet.nlm.nih.gov/ Accessed 14:20 on June 14, 2018

13) NICNAS (2018) National industrial chemicals notification and assessment scheme. Limonene priority existing chemical assessment report number 22. Commonwealth of Australia 2002 ISBN 0 642 50190 4

14) Nazaroff WW,Weschler CJ (2004) Cleaning products and air fresheners: exposure to primary and secondary air pollutants. Atmos Environ 38(18):2841–2865. https://doi.org/10.1016/j.atmosenv.2004.02.040

15) Steinemann A (2016) Fragranced consumer products: exposures and effects from emissions. Air QualAtmos Health 9:861–866. https://doi org/10.1007/s11869-016-0442-z

16) Steinemann A (2017) Health and societal effects from exposure to fragranced consumer products. Prev Med Rep 5:45–47. https://doi org/10.1016/j.pmedr.2016.11.011

17) Steinemann A (2018) Fragranced consumer products: sources of emissions, exposures, and health effects in the UK. Air Qual Atmos Health 11(3):253–256. https://doi.org/10.1007/s11869-018-0550-z

18) Steinemann A (2018b) Exposures and effects from fragranced consumer products in Sweden. Air Qual Atmos Health 11(5):485–491. https://doi.org/10.1007/s11869-018-0565-5

19) Steinemann A (2018c) Fragranced consumer products: effects on asthmatics. Air Qual Atmos Health 11(1):3–9. https://doi.org/10.1007/s11869-017-0536-2

20) Steinemann A, Wheeler AJ, Larcombe A (2018) Fragranced consumer products: effects on asthmatic Australians. Air Qual Atmos Health 11(4):365–371. https://doi.org/10.1007/s11869-018-0560-x

 

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